La Calabria nell’Impero Romano d’Oriente
La Calabria, così come la conosciamo oggi, fu per secoli una parte integrante dell’Impero Romano d’Oriente. Chiamata dai Bizantini con lo stesso nome attuale, la regione fu l’area italiana che più a lungo rimase sotto l’influenza di Bisanzio: dal 527 d.C., con la conquista di Giustiniano nella guerra contro i Goti, fino al 1059, anno della presa di Reggio Calabria da parte dei Normanni.
In questo lungo periodo, i Bizantini lasciarono un’impronta indelebile sulla cultura materiale, sulla vita religiosa e sull’organizzazione politica della regione.
Rossano: fortezza e centro culturale bizantino
Rossano, o Rousianon (Roskianum in latino), grazie alla sua posizione strategica su un’altura naturale, si trasformò in una vera e propria fortezza bizantina. Già ai tempi delle invasioni barbariche, come testimoniato da Procopio, Rossano fu teatro di battaglie tra Visigoti e Bizantini, in particolare nella località Lampa.
Tra l’VIII e il IX secolo, Rossano segnò il confine tra il mondo bizantino e quello longobardo. A oriente, il Ducato di Calabria, poi divenuto Thema, era l’area d’influenza bizantina; a occidente, i Longobardi amministravano la zona di Cosenza attraverso il Gastaldato.
Neoellenizzazione, monachesimo e arte sacra
Dal VII secolo, la Calabria, e Rossano in particolare, furono oggetto di un processo di neoellenizzazione: si affermarono la lingua greca, il rito bizantino e la subordinazione del clero al Patriarcato di Costantinopoli.
Durante la Guerra iconoclasta (713–843), Rossano divenne rifugio di monaci iconoduli in fuga dalle persecuzioni. Da questa fase storica deriva probabilmente l’arrivo in città del prezioso Codex Purpureus Rossanensis, un evangelario greco del VI secolo, oggi Patrimonio UNESCO.
Rossano capitale bizantina in Calabria
Con la caduta di Reggio Calabria e la conquista araba di Bari, Rossano divenne la più importante sede del potere bizantino in Calabria. La città ospitava alte cariche come il Governatore Generale, il Domestico Imperiale e il Protospatario, oltre allo Stratego, rappresentante imperiale del Thema.
La Diocesi di Rossano, documentata già nell’820 d.C. con il vescovo Cosma, era collegata direttamente alla Metropolia di Reggio Calabria. Rossano era ormai la principale città religiosa del versante ionico settentrionale.
Il paesaggio e l’economia nel periodo bizantino
Grazie alla sapienza agricola bizantina, il territorio di Rossano era coltivato a grano, orzo, legumi, viti e ulivi. Fiorente era anche la gelsicoltura per la produzione della seta e la presenza di numerosi mulini rendeva l’economia agricola particolarmente avanzata.
Il Kastron di Rossano offriva rifugio alla popolazione contro le continue incursioni nemiche. Nikephoros Fokas, celebre stratega bizantino, vi concentrò parte della flotta imperiale per contrastare l’avanzata araba.
Le incursioni saracene e la rinascita monastica
Nel 925 Rossano accolse numerosi profughi bizantini e greci in fuga dall’invasione saracena. La città resistette anche al devastante attacco del 970. Lungo le sue vallate si sviluppò la cosiddetta Tebaide rossanese, con grotte (le laure) abitate da monaci basiliani in solitudine e preghiera.
Le chiese bizantine di Rossano
Rossano conserva importanti testimonianze dell’architettura bizantina:
Chiesa di San Marco Evangelista: edificata nel X secolo, simbolo del monachesimo anacoretico basiliano.
Chiesa della Panaghia (“Tutta Santa”): altro esempio del patrimonio religioso neoellenico.
Monastero del Pathirion (o del Patire): fondato nel XII secolo da Bartolomeo di Simeri, rappresenta l’apice della spiritualità basiliana.
I protagonisti della Rossano bizantina
San Nilo di Rossano
San Nilo il Giovane (910 ca. – 1004), nato Nicola Malena, fu uno dei maggiori esponenti del monachesimo italo-greco. Dopo una gioventù segnata da eccessi, si ritirò nel Mercurion, poi a Rossano dove fondò un cenobio. Costretto dai Saraceni a fuggire, si stabilì a Grottaferrata, dove fondò l’abbazia che ancora oggi è centro della spiritualità greco-bizantina in Italia.
Giovanni Filagato e Giovanni VII
Rossano diede i natali anche a figure ecclesiastiche di rilievo:
Giovanni Filagato, antipapa nel 997-998, coinvolto nelle lotte tra Bizantini e Sassoni.
Giovanni VII, Papa tra il 705 e il 707, anch’egli originario di Rossano.
L’Acheropita: la Madonna miracolosa
Tra le testimonianze più affascinanti del culto bizantino vi è l’icona della Madonna Acheropita, ritenuta non dipinta da mano umana (acheropoiètos), conservata a Rossano. A lei è legata una profonda devozione popolare che dura tutt’oggi.
Approfondimenti e fonti storiche
Luca De Rosis, Cenno storico della città di Rossano, 1838
Alfredo Gradilone, Storia di Rossano, 1980
O. Gerhardt, A. Harnach, Evangelium Codex Graecus Purpureus Rossanensis, 1880
Francesco Russo, Il Codice purpureo di Rossano, 1953
Filippo Burgarella, La Calabria bizantina e Rossano, 2004
Giovanni Sapia, Rossano. Tra storia e memoria, 2001
Adele Coscarella, Insediamenti bizantini in Calabria, 1996
Gennaro Mercogliano, L’imperatrice Teofano e i Codex, 2016
